Cesare:
Sto uscendo dal cancello di casa quando mi arriva un sms.
-Ciao! Mi è piaciuto chiacchierare ieri! Cmq non azzardarti a prendere l’autobus! Tra un secondo arrivo io! Giulio -
Rimango leggermente basito, ma aspetto. Il secondo passava, e di lui non si vedeva niente. Stavo quasi per andare a prendere il motorino quando vedo uno scooter 125 che si avvicina, ovviamente è lui. Corro a prendere il casco e mi butto dietro di lui, sembra soddisfatto. Arriviamo a scuola alle 7:48, due minuti prima della campanella. Scendere dalla moto con Giulio è molto più “famoso” del normale, tutti ti guardano. Arriva Maicol, che mi squadra da capo a piedi, Giulio ci presenta. Faccio la solita figura da imbranato rispondendo a monosillabi. Ci incamminiamo tutti e tre verso l’entrata, entriamo e suona la campanella. Maicol mi batte la mano mentre Giulio mi da un bacio sulla guancia… che vergogna… ma lo fa con tutti i suoi amici, quindi alla fine… alla fine tutto cambia, un muro dentro me si spezza completamente e si sbriciola e tutte le emozioni che avevo represso e allontanato si riversano. Mi sento come rinato. Arrivo in classe e sorrido tutti con un sorriso, mi guardano sconvolti, mi rendo conto di non essere mai stato così espansivo e così sicuro di me da salutare tutti, però sembrano contenti e lo sono anche io. Comincio a guardarmi attorno, non conosco bene nessuno, nemmeno una di quelle facce mi dice qualcosa di specifico. Non sono mai stato molto interessato a loro e di conseguenza loro a me, ma mi sarei rifatto. Comincio subito chiacchierando con Sophy, continuo a farle domande e lei a rispondere, ci facciamo richiamare più volte ma chissene. Il tempo vola e in battito di ciglia arriva la ricreazione. La porta si apre e si fiondano dentro Maicol ed Giulio. Li saluto con entusiasmo mentre tutta la classe mi guarda, a quanto pare essere amici di due pezzi grossi ti fa automaticamente diventare uno di loro. Maicol sembra aver abbattuto il muro tra noi, boh, Giulio gli avrà parlato. Usciamo dalla classe e scendiamo in caffetteria, dove i due si prendono il caffè ed io il mio solito Mars. Ci mettiamo a chiacchierare e succede come in classe prima, sono una macchinetta che continua a parlare! Giulio mi guarda strano, come se mi vedesse per la prima volta ed effettivamente anche io mi sento diverso. Lui mi dice che ha una cosa da farmi vedere e mi porta via da lì, arriviamo al piano di sotto dove si trova la palestra. Mi chiede se ho bevuto, lo guardo male. Come se si potesse bere a scuola.
-No che non ho bevuto! Sei fuori?- gli rispondo.
-Mi sembri strano, molto strano…- mi dice, e mi osserva.
All’improvviso la consapevolezza di tutto mi piomba addosso e svengo.
*
Vedo blu, tutto blu e mi sento bene. Metto a fuoco e scopro che il blu che vedo è il colore degli occhi di Giulio, lui mi sta chiamando. -Va tutto bene…- la mia voce è lenta e fatica ad uscire. Sembra un cane bastonato. Gli sorrido e lui sembra calmarsi, la sua espressione è molto buffa combattuta tra l’eccitazione e la paura. Una dell’altra prevale e lo vedo sempre più vicino, molto vicino, troppo vicino. Le nostre labbra si toccano e tutto il resto scompare. È una sensazione meravigliosa e straordinaria, come un sole che nasce. Ci separiamo e ci guardiamo negli occhi. Lui è spaventato e si guarda intorno, non c’è nessuno, e poi guarda spaventato me e comincia a piangere, si scusa implorante. Gli sorrido, e lui ancora una volta si calma. Sembra proprio l’inizio di qualcosa che durerà a lungo o almeno fino a domani.
1 commento:
"Occhi azzurri capelli bruni e mossi labbra strane, trovo sempre qualcosa di strano nelle persone."..mi piacciono questi piccoli dettagli ""insignificanti"" aggiunti al racconto..lo rendono ancora più reale e credibile. Samy
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