mercoledì 10 giugno 2009

Here For You

Cesare:

Mammina che caldo! Troppo! Apro un occhio e mi ritrovo quei due marmocchi avvinghiati addosso, ma proprio su di me? Li scuoto un po’ e si svegliano, Matteo mi sorride e mi lecca la faccia. "Ok, sa proprio come prendermi questo cosino!" , penso tra me. Scoppio a ridere e guardo Corinna che mi sorride a sua volta con aria comprensiva, sento che diventeremo amici, sembra molto matura, forse anche più di me. Un moto di tenerezza mi prende e le carezzo una guancia, Matteo mi si butta addosso cercando inutilmente di farmi il solletico per riottenere la mia attenzione, non soffro il solletico, lui è deluso e gli si vede in faccia. Lo spingo e rotola fuori dal letto cadendo a terra, io continuo a ridere come un pazzo e lui si rialza con un cipiglio che non avrebbe fatto paura nemmeno a un canarino in una gabbia; anche sua sorella ride e lui, sconfitto, mi si avvicina e mi abbraccia coccolino. Lo abbraccio anche io, poi sentiamo bussare, Corinna va ad aprire la porta e mia madre fa capolino nella stanza vestita da Mamma Natale, tutta attillata, dicendoci che loro avevano intenzione di andare ad un party e che noi ragazzi potevamo restare in casa se volevamo, l’importante è che i due marmocchi restassero con me. Accetto senza problemi, pensando a cosa fare o a dove portarli, ma senza ottenere nessun risultato, decido, quindi di chiedere a loro. Decidiamo di rimanere a casa a guardare un film, Corinna guarda la mia collezione e sceglie un film bellissimo, Evita. Ci accomodiamo sul divano nel salotto, Matteo mi abbraccia e si appoggia a me, mentre Corinna mi è accanto. Don’t Cry For Me Argentina… Non riesco a trattenermi dal cantarla con Eva Peròn, è troppo melodiosa e attraente per rimanere indifferenti. Matteo mi guarda con la faccia a punto interrogativo, ho dimenticato di dire che la mia voce mentre canto è, a mio modo di sentirla, atroce; perfetta per far colpo sulla gente, ma atroce nel cantare. Corinna si mette a cantare con me ed il risultato migliora di molto. La visione del film continua, ad un certo punto dalla porta spunta Cecilia e ci guarda sorridente, Matteo si cristallizza dalla vergogna e Corinna scuote la testa, io sorrido di rimando a Cecilia.

-Cecilia, ciao! Cosa fai qui oggi? Buona anno comunque…- le dico sorridente.

-Sono venuta a prendere solo qualche documento per il caso Foneri, niente di speciale… Buon anno anche a voi! Loro chi sono?- mi risponde.

-Sono i miei cugini, mia zia è venuta a trovarci “l’anno scorso” e rimangono per un paio di giorni. Tu piuttosto, non vorrai lavorare anche oggi vero? Perché se è quello che hai intenzione di fare scordatelo! Anzi, perché non rimani con noi? I miei genitori e la zia tornano tra poco!- le propongo.

-Ehm, ma veramente volevo concludere la pratica… Oh, al Diavolo! D’accordo mi fermo con voi! Che guardate?-accetta sorridendo a Corinna che le fa posto sul divano.

-Evita, il film. Però siamo quasi alla fine…- le rispondo.

-Oh, non importa, l’ho già visto, continuate pure da dove siete, la fine è la parte migliore. Anche se poi dovete farmi sentire Don’t Cry For Me Argentina!- asserisce.

-Ok!- le sorrido.

Accarezzo la testolina di Matteo che è rimasto fino ad ora immobile e pian piano si tranquillizza, capendo di poter star tranquillo con Cecilia. A visione terminate e dopo aver fatto sentire Don’t Cry For Me Argentina a Cecilia decidiamo di cucinare, così che quando i vecchi torneranno troveranno già la cena pronta (anche se non se la meritano). Mentre i due piccoletti apparecchiano io e Cecilia cerchiamo di fare qualcosa che risulti almeno commestibile, in nostro aiuto arriva Corinna che prende possesso, letteralmente, della cucina ed io finisco ad aiutare Matteo con il tavolo. Corinna è molto professionale nell’ordinarci cosa fare, ha l’attitudine del leader e ci sa davvero fare in cucina, quindi noi eseguiamo senza fiatare. Matteo mi guarda con un cipiglio strano, come da cane bastonato, quindi al primo momento libero lo trascino in dispensa per chiedergli cosa succede; lui è sull’orlo delle lacrime quindi lo abbraccio dolcemente e lui mi dice di non volere andar via, che di sicuro gli mancherò e che non vuole tornare a casa. Lo stringo fortissimo, mi fa davvero tenerezza, e gli prometto che sarebbe restato fino alla fine delle vacanze e che poi sarei andato a trovarlo, lui allora mi sorride contento come una pasqua (bella similitudine in periodo natalizio). In quel momento il campanello suona e appena sento la voce dell’ospite mi irrigidisco.

-Cesare! È per te, c’è Giulio!- mi urla Cecilia.

Matteo mi guarda, incuriosito dalla mia reazione, mi dirigo alla porta con un cipiglio e un passo da combattimento, rimango basito dalla scena che mi trovo di fronte, Giulio è vestito come il primo giorno in cui siamo usciti insieme, braghette corte di jeans e camicia bianca; mi sento sconfitto e svuotato. Riesco a malapena a fargli un cenno in modo che mi segua nella mia stanza, una volta dentro mi siedo sul letto e lui accanto a me, dentro sento una rabbia accecante che non posso sfogare. Lui mi osserva, punto finalmente i miei occhi rabbiosi nei suoi, e comincio ad urlare tutto quello che volevo dirgli sentendomi libero anche di alzare il volume grazie alle mura insonorizzate. Gli riverso addosso tutto il dolore, tutto il disprezzo e anche l’amore che comunque provo per lui. Lui assorbe tutto, ma non si smuove, dopo avergli detto tutto, o meglio, urlato, mi sento libero e leggero. Comincia lui a parlare e sento nella sua voce lo stesso dolore che mi invadeva fino a poco fa, mi confessa tutto il pentimento e tutta la voglia di abbracciarmi ancora, vedermi arrossire di nuovo quando mi parla, vedermi di nuovo abbassare lo sguardo quando mi fissa. Dopo avermi detto questo mi dona una parte di lui, il suo Diario, lo apro e guardo la prima pagina, comincia due giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico. Guardo Giulio negli occhi e torno con la mente a quel periodo e come allora arrossisco e distolgo lo sguardo da lui, capendo il mio immenso bisogno di lui. Allungo le braccia nella sua direzione e finalmente sento di nuovo il suo tocco, come una parte di me che torna al suo posto. Lui mi abbraccia fortissimo e io non riesco a trattenere un sorriso radioso che mi si stampa sul volto come marchiato a fuoco. E sempre abbracciato a lui apro alla prima pagina del suo diario e comincio a leggere:

10 Settembre 2007

Caro Diario,

non capisco nemmeno perché mi ostino a continua re a scriverti. E nemmeno perché ti parlo come se tu fossi una persona. Oggi sono uscito con Maicol, mi servivano nuove cose per la scuola. Bleah! Solo pensarci mi da il voltastomaco. Pensare di tornare ancora in quel posto dove tutti continuano a guardarmi come una specie di modello da seguire, se sapessero anche solo metà delle cose…

Giulio

11 Settembre 2007

Caro Diario,

oggi non ho voglia di scriverti niente, domani si ricomincia, spero che Miranda mi lasci stare. Me la son fatta una volta, stop!

Giulio

12 Settembre 2007

Caro Diario,

sarò estremamente sintetico. A scuola i prof han cominciato subito a rompere e a fare lezione. Tutti mi guardano anche più di prima, e mi fa piacere. Miranda ha rinunciato con mio sommo piacere. Alex purtroppo no, continua a venire al mio banco ad ogni cambio ora, ma anche al frocio devo piacere?!? Poi quel gran cretino di Mr.Pig (Maicol, n.d.a.) mi ha spinto nell’androne e son pioppato addosso a un tipetto niente male, più piccolo di me e un po’ trasandato, ma con il mio… No! Non devo pensare a queste cose! Non posso essere così! Non DEVO esserlo! O forse non c’è niente di male?

Giulio

Sto per cominciare a leggere la nuova pagina quando qualcuno bussa alla porta, mi stacco controvoglia da Giulio e vado ad aprire, è Matteo che mi avvisa che la cena è pronta e mi aspettano. Lo faccio entrare in camera e gli presento Giulio, come mio ragazzo. Quest’ultimo mi sorride, Matteo ci rimane veramente male ma io lo abbraccio e gli riprometto tutto quello che gli avevo promesso nella dispensa. Giulio è curioso quindi gli spiego, lo invito poi a fermarsi. Lui accetta. Gli do dei vestiti più pesanti da mettersi, gli vanno appena giusti, lui mi dice di tenere per me i vestiti del nostro primo incontro e io pesco dall’armadio i miei e glieli dono. Prima di uscire dalla porta Giulio promette a Matteo che mi lascerà vederlo ogni volta che vuole. Matteo torna felice e chiede a Giulio se anche lui verrà con me a trovarlo qualche volta, Giulio dice di sì e il piccolo gli da un bacino veloce sulla guancia, da bravo bambino. Il mio sorriso marchiato a fuoco non da segni di volersi spegnere, andiamo in sala da pranzo e tutti salutano Giulio, lo presento a Cecilia, a Corinna e alla zia. Solo Matteo e Cecilia sanno chi sia in realtà, e nessun altro lo deve sapere, eccetto forse Corinna. La serata trascorre piacevolmente tra risate e i divertenti battibecchi tra i miei genitori, in un momento di pausa chiedo a mia zia se lascia Matteo da noi fino alla fine delle vacanze. Lei acconsente a patto che lui faccia i compiti, io tiro fuori la mia migliore faccia d’angelo e le prometto che l’avrei aiutato, mi rivolgo poi a Corinna e le chiedo se si vuole fermare, lei gentilmente declina l’offerta, promettendo che avrebbe chiamato ogni giorno. Finita la cena la zia e Corinna partono per tornare a casa, i miei e Cecilia si ritirano in studio per parlare delle loro cose giuridiche e noi ragazzi ce ne andiamo nella mia stanza. Giulio e Matteo vanno molto d’accordo e a volte mi sento anche lasciato da parte. Matteo si avvicina al mio scaffale e prende le carte.

-Eh no testina! So cosa vuoi fare con quelle carte! Ma stasera no! Niente strip-poker- gli dico in risposta alla sua azione.

Giulio alle parole strip-poker si risveglia e accetta di giocare, io lo guardo male e lui mi sorride beato. Sembrano due bambini, nonostante i due anni di differenza sono uguali, sclerotici e imprevedibili. Distribuisco le carte ai due e inizia la partita. La cosa che mi da fastidio è vedere il corpo di Giulio nudo senza la nostra intimità, in definitiva sono geloso. Mi metto quindi accanto a lui così da non vederlo e vedere, invece, Matteo. La prima manche è vinta da Giulio e quindi Matt deve togliersi calzini e scarpe, dopo poche partite comincio a stufarmi quindi mi alzo vado al comodino e prendo il diario di Giulio. Lui vedendo cosa ho in mano mi sorride e io mi siedo di nuovo accanto a lui prendendogli la mano, che poco dopo devo lasciare perché lui deve togliersi il maglioncino. Rinuncio al contatto fisico con lui e mi abbandono a quello emotivo leggendo il 13 settembre.

13 settembre 2007

Caro Diario,

oggi mi sono ritrovato in biblioteca a cercare una annuario. Volevo trovare la foto del tipo contro cui mi sono scontrato. Non l’ho trovata e forse è meglio così. La prof Del Santo oggi ha proposto dei lavori di gruppo per degli esperimenti di fisica. Sono in gruppo con Alex, spero non faccia cazzate. Gli esperimenti sono facili, ma non sarà semplice con lui. Vederemo.

Giulio

(Tralascio alcuni giorni che non hanno collegamento con la storia, n.d.a.)

24 Settembre 2007

Caro Diario,

oggi ho rivisto il ragazzo. Era seduto in prima fila durante la presentazione (delle liste dei candidati a rappresentanti d’istituto, n.d.a.). Non ho resistito e gli ho fatto una domanda, lui è rimasto un po’ inebetito ma poi ha risposto. Bene. Cosa dovrei fare ora? Cercarlo oppure no? Vederlo mi fa sentire felice. Che devo fare?

Giulio

25 Settembre 2007

Caro Diario,

ho scoperto come si chiama. Cesare. Stamattina sono arrivato presto a scuola e l’ho seguito. È in terza A. durante un cambio dell’ora sono andato nella sua classe per parlarci, non ha resistito. Quando sono entrato non c’era quindi ho chiesto alle sue compagne che mi hanno guardato meravigliate. Mi han detto che era in bagno, quindi l’ho aspettato. La prof non arrivava. Cesare, ho scoperto in quel momento il suo nome, è arrivato ed è rimasto stupefatto dal vedermi lì. L’ho portato fuori e mi sono complimentato con lui. È arrossito. Dovevo andare, quindi gli ho chiesto il numero. Gli ho scritto poi a casa. Abbiamo chiacchierato un po’, è simpatico ma ha poca stima di sé. Non ho resistito e gli ho chiesto di uscire mandando all’aria il buonsenso. Ha accettato, staremo a vedere come andrà.

Giulio

26 Settembre 2007

Caro Diario,

che dire? Oggi bella giornata, senza dubbio. Un giorno molto importante. Sono uscito con Cesare. Sembrava felice. Unico problema, qualcuno sa il mio segreto, oltre a Maicol. Ha fatto una cazzata?!? Credi di no, lui sembrava sotto shock. Ma anche contento. Non so non lo capisco molto. Però ha fatto delle frecciatine strane. Ma non devo preoccuparmi, chi è lui in confronto a me? Nessuno.

Giulio

Butto un occhi per vedere che succede, attratto da una fonte di rumore. Vedo Giulio e Matt che si divincolano sulla moquette e si fanno il solletico, non riesco a non sorridere, sembrano due micetti che fanno la lotta. Sbadiglio, non mi sono reso conto del tempo che è passato, sono già le una meno venti. Mi alzo quindi da terra e prendo il mio pigiama, lo indosso e mi metto a letto. Dopo poco sento Giulio che apre il mio cassettone e prende un pigiama, se lo mette e, nonostante i rimproveri di Matt per averlo lasciato da solo, si corica nel letto con me e mi abbraccia. Matteo allora raccoglie le carte e ci segue, si mette dietro Giulio e lo abbraccia, credo che mio cugino stia cercando di rubarmi il ragazzo, appena ritrovato per altro. Prendo quindi Giulio e, con molta fatica, lo sollevo sopra di me e me lo faccio cadere addosso, estremamente geloso del mio piccolo pezzo di paradiso.

Al mattino mi sveglio felice e abbraccio fortissimo Giulio, lui si sveglia e mi abbraccia di rimando con una forza tale che rimango senza fiato ma al contempo immensamente felice. In nemmeno un millesimo di secondo mi ritrovo a baciarlo e spingermi contro di lui come se fosse la droga di cui sono rimasto in astinenza per troppo tempo. Il suo corpo caldo e compatto ed il suo odore di muschio mi annebbiano i sensi e mi lasciano leggermente intontito come da tempo non mi succedeva. Nemmeno il suo tradimento pesa più in me, la nostra regola era sempre stata che potevamo fare sesso anche con gli altri, ma lui si era spinto un po’ oltre, aveva fatto credere ad una ragazza di amarla, solo per i suoi amici, per la sua figura da figo sciupa femmine, per la paura che gli altri scoprissero il suo vero io. Il vero Giulio è ancora peggio di me per come gli altri la pensano, lui è totalmente e definitivamente così, gay, ed innamorato di me. Lui mi sorride e io gli sorrido di riflesso perso nei suoi occhi blu. Un vocino dolce arriva da dietro la mia spalla.

-Che ore sono?- chiede zuccherino Matteo.

Sia io che Giulio lo abbracciamo e lo tiriamo in mezzo a noi, lui abbraccia Giulio e per questa volta lo lascio fare. Il mio iPhone da qualche oscuro recesso del mondo trilla con la suoneria dei messaggi , mi alzo e seguendo bonariamente la provenienza del suono riesco a ritrovarlo, mi chiedo chi possa essere dato che il mio numero nuovo lo hanno solo in quattro persone. Apro l’sms:

_We Cesare! Ci vediamo tutti e tre stamattina? È da un po’ che non usciamo assieme! Dai che ci divertiamo! :D:D:DJJJ_ mittente: Simone.

Propongo ai due abbracciati l’idea e accettano, io rimango un attimo perplesso dal tono con cui Simone mi ha scritto il messaggio. Vedo che Giulio tenta sempre di staccarsi ma Matteo si tiene aggrappato, alla fine ci riesce e viene verso di me, mi bacia dolcemente e comincia a spogliarmi, io faccio con lui lo stesso e rimaniamo nudi, ci accarezziamo dolcemente riscoprendoci. Volgo lo sguardo verso Matteo e lo vedo intendo a menarsi una sega guardandoci. Spingo allora Giulio in bagno e poi nella doccia, regolo il calore dell’acqua e il getto ci colpisce mentre noi sorridiamo.