Cesare:
Uffa! Ma quanto manca alla campanella??? Non ne posso più… Driiiiin! Oh, finalmente, devo andare in bagno. Esco dalla classe, e vado in bagno. Mi scarico la vescica ed esco. Faccio per ritornare in classe ma sento il mio angelo parlare, ho un radar per lui. Non ci posso credere! È nella mia classe, corro! Entro dalla porta e:
-Ecco! Proprio te cercavo! Posso parlarti un secondo?- mi dice.
Io resto di stucco e annuisco. Usciamo dalla classe e lui comincia:
-Sai mi è piaciuta la tua risposta di ieri! Hai delle belle idee…-.
-Ehm… grazie! Ma non ho detto nulla di speciale…- gli rispondo imbarazzato.
-Non molti avrebbero risposto.- mi contraddice, -in questo liceo c’è solo un branco di svogliati, adesso neanche io sono un tipo laborioso, però qualcosa cerco di fare…-.
-Già…- non so che dire!
Forse nota che sono un po’ in imbarazzo e allora con un sorriso mi chiede di dargli il mio numero di cellulare. Lui mi fa uno squillo e quindi salvo il numero.
-Se ti vengono in mente altre idee fatti sentire…- e se ne va.
Torno in classe, sono un tremore vivente, però con un sorrisone raggiante. Tutti mi guardano e mi chiedono:
-Che voleva Giulio?-.
-Come? Ah… voleva… chiedermi se a volte potevo dargli una mano con le assemblee…- rispondo.
-Ma scusa che ne sa che vincerà lui le elezioni?- mi chiedono.
-Boh… ed io che ne so…-.
Sono svaccato sul divano a guardare “Streghe”, quando il cellu vibra.
–Hey! Come va? Che fai di bello?- mittente: Giulio.
Il cuore fa un salto, non so che fare!
–Ciao.:) tutto bene... tu?- rispondo.
Dopo poco: –Io benone grazie... senti domani pomeriggio ti va di fare un giro? Mi piacerebbe chiacchierare un po’…-
-Ehm certo! Posso farti una domanda però?-
-Chiedi pure!-
-Perché perdi tempo con uno sfigato come me?- non avrei mai osato fare una domanda del genere faccia a faccia ma attraverso i messaggi era molto più facile.
-Non sei uno sfigato... o meglio sì lo sei… però puoi anche cambiare... perché perdo tempo con te? Perché mi sei simpatico e perché mi piace avere tanti amici… e comunque non perdo tempo- che dolce…
-Grazie…-
-E di cosa? Mica sto facendo niente io… allora domani a ricrea aspettami in caffetteria così ci mettiamo d’accordo per il pomeriggio.-.
-Ok… Buona serata! J-
-Buona serata anche a te… un abbraccio-
*
La sveglia suona… mi sbalzo fuori dal letto e mi fiondo nella doccia… mi vesto e vado. Arrivo a scuola un po’ in anticipo ma non importa mi bevo un caffè nell’attesa. Sono perso nei miei pensieri quando… -Buh!- prendo un infarto…-scusa non volevo spaventarti… o meglio sì… ma non così tanto-. Giulio ovviamente. 10:21… meno quattro minuti. Comincio a battere il piede sul campo di pallavolo, mi arriva la palla la colpisco più forte del dovuto… una schiacciata! E faccio punto, benino! (Mai riuscito a fare una schiacciata!).Fine del match. Corro in caffetteria ed eccolo lì, mi porge un bicchiere: -Tieni un po’ di caffè…- e mi sorride. Ricambio il sorriso e lo ringrazio. Mi sento molto osservato nell’essere lì accanto ad Giulio così gli chiedo se possiamo andare in un posto con meno gente. Quale luogo migliore della biblioteca? Ci infiliamo in un reparto e decidiamo di incontrarci alla fine della 6° ora al cancello. Ci salutiamo e prima di andare via mi abbraccia… sento il suo profumo… è un abbraccio fugace da maschio. Le ultime tre ore sembrano non passare più, sono completamente perso nel ricordo di quell’abbraccio. Chimica, inglese e matematica volano senza che io colga una parola. Al suono della campanella mi alzo ed esco ancora prima che la prof finisca di parlare. Mi fiondo giù dalle scale e vado al cancello, lui è lì con i suoi occhiali da sole e la sua aria da figo. Mi saluta calorosamente e ci avviamo.
-Allora… dove andiamo a mangiare?- chiedo.
-Pensavo di andare al Florida a mangiare un panino… che ne dici? E poi è un posto tranquillo dove possiamo parlare…- mi risponde sorridendo.
-Per me va bene…-.
Per il resto del tragitto parliamo del più e del meno, delle lezioni. Arriviamo e ci sediamo in un tavolino. Guardiamo i menù e ordiniamo. Sono l’immagine dell’agitazione, non so che dire e non so che fare. Lui mi guarda e mi sorride, se prima ero solo agitato, adesso ero in panico. Totale. Parla molto è instancabile, io mi limito ad annuire, anche perché non potrei mai introdurmi in quel discorso visto che sembrava non dovesse nemmeno respirare. L’arrivo dei panini lo blocca, e, così, comincia a farmi delle domande di routine.
-Allora… dimmi un po’ dove abiti?-.
–Vicino all’ospedale.. - gli rispondo.
-Oh, beh è un bel posto nonostante tutto…- mi dice in risposta alla mia “vergogna” della zona.
-E hai la ragazza? O..- mi chiede.
-No non la ho… O.. cosa?- gli rispondo.
-Beh o il ragazzo…?-.
Ok adesso sono spiazzato stavo cominciando a tranquillizzarmi ma eccomi di nuovo chiuso a riccio.
-Ehm… ragazzo? Nono.. odio i gay!- rispondo con un tono di voce non proprio adeguato alla risposta.
-Come odi i gay? Sono persone normalissime! Io non ho nessun pregiudizio contro di loro, anzi a volte sono molto migliori degli altri…- ed ecco la risposta ancor più spiazzante.
Prendo allora il coraggio a due mani e faccio una domanda che non avrei mai fatto, ma dopotutto mi aveva chiesto lui di uscire no?
-Quindi sei…- un momento lui aveva avuto parecchie ragazze… cambiamo aggettivo! -Bisex?-.
Lo vedo un momento imbarazzato, bene, la corazza cominciava a rompersi.
-Beh… non so che rispondere…-.
-Non lo dico a nessuno, anche se tu lo fossi, sono una persona fidata.- gli dico incoraggiante.
-Sì lo so… ok… sì lo sono…- mi risponde.
1 commento:
Dal racconto il lettore riesce ad entrare nella storia, come attratto da una carica empatica fortissima...io è come se fossi lì accanto a loro, e stessi vivendo le stesse emozioni. Samy
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