lunedì 17 novembre 2008

Ray Of Light – Parte Seconda – Flashback

Cesare:

Al campo nessuno parlava, è una di quelle sere in cui ci si stufa e basta e nemmeno io non avevo voglia di parlare, ero troppo preso ad ideare una tattica per estorcere a Dennis una confessione, un piano. Con Giulio tutto era stato semplice, un bar, un interesse reciproco e via, ma qui la situazione è diversa stavolta sono io a dover avvicinare lui. Poi un flash mi colpisce e vedo il viso di Luce vicino a quello di Giulio, il nervoso mi prende e per farlo andare via mi alzo e faccio qualche passo verso la fontanella dell’acqua. Mi tornano in mente i ricordi di quel maledetto giorno, ricordi che non vorrei avere e che mi tormentano.

Quella mattina mi svegliai come al solito alle sei e quaranta con la mia solita faccia da ebete e i capelli tutti sparati in aria tipo Albert Einstein, gli occhi spenti e il cervello completamente oscurato dal desiderio impellente di dormire. Attraversata la porta della mi stanza mi affacciai sul corridoio e intuii che i miei genitori erano già usciti da un bel po’ in quanto Cecilia, la segretaria di mia madre era già intenta a lavorare, il getto freddo della doccia dette il colpo di grazia ad ogni mia speranza di tornare a dormire e quindi i miei muscoli facciali si dettero da fare per distendersi e darmi la mia solita espressione da giovane adolescente costantemente eccitato e eccitante. Uscii dalla doccia e con addosso solo un paio di ristrettissimi boxer mi diressi in cucina per mangiare, lo stomaco gorgogliava molto e quindi presi dal frigo il cartone del latte e una tazza dalla credenza. Buttai il latte e presi i cereali, con il mio cucchiaione rosso e blu di Spiderman buttai giù tutto in pochi secondi e dopo aver messo la tazza in lavastoviglie mi girai sentendo un rumore, era Cecilia che entrava in cucina. Entrò tranquilla ma appena si accorse della mia presenza le si spalancarono gli occhi e mi squadrò dalla testa ai piedi. Cecilia è una ragazza di 22 anni che lavora per i miei e studia giurisprudenza all’università, zigomi alti, capelli corvini e un bel paio di occhi ambra la rendono molto attraente. Appena mi accorsi di come ero “svestito” mi eccitai per reazione spontanea e nei boxer cominciò a salire l’inquilino. Lei osservò tutto il processo e poi passò gli occhi sui miei addominali perfettamente scolpiti e io preso dall’eccitazione della situazione li tirai così che lei si interessò ancora di più. Mi si avvicinò piano e passò una mano su di essi poi si avvicinò e con le labbra mi diede un fugace bacio sulle labbra. Io ero intontito pensando a quanta esperienza potesse avere in campo sessuale un’universitaria e mi resi conto che doveva essere molta. Le osservai il seno e sollevai una mano per sfiorarlo, lei me lo permise e quindi cercai di slacciarglielo ma non essendo stato io così esperto lei mi venne in aiuto togliendosi anche la giacchetta e il maglioncino. Entrambi a petto nudo ed entrambi eccitati dal corpo l’uno dall’altra, mai avrei pensato che la segretaria dei miei fosse così perversa da voler farsi il figlio dei datori di lavoro. All’improvviso mi si avvinghiò contro e mi baciò con forza, cercava di spostarci verso il divano ma io non avevo intenzione di farlo sul divano quindi la sollevai da terra e mi diressi nella mia stanza incurante del fatto che avrei fatto tardi a scuola, lei mi accarezzò i bicipiti tesi dallo sforzo di reggerla. Arrivati nella mia stanza la adagiai sul letto per poi mettermi sopra, continuammo a baciarci appassionatamente. Mi eccitava a bestia, il suo seno le sue forme così femminili mi facevano sentire potente e risvegliavano in me un che di animalesco e primitivo. Mi fiondai con le labbra a leccare quei due monti di carne femmina che vedevo davanti a me e lei mugugnò. I suoi versi mi fecero infoiare ancora di più e le strappai letteralmente di dosso tutto. Mi ritrovai davanti questa cosa straordinaria e difficile da descrivere, la famosa Rosa Carnale, ma era diversa da come me l’ero immaginata era posizionata molto più in basso rispetto al mio pene e aveva un odore del tutto particolare che mi face abbattere ogni remora, mi sporsi verso il comodino, presi un preservativo, tolsi le mutante e mentre compivo l’atto lei scartò il preservativo e me lo mise. Tutto era pronto e io sentivo scorrere in me il fuoco puro, trovai l’ingresso della galleria e lo imboccai. Cominciai a pompare dolcemente per i primi momenti per non farle male, ma dopo pochi istanti vedendo che lei godeva diedi sfogo a tutto quel subbuglio che mi sentivo dentro e spinsi con una forza tale da spostare anche il letto, lei sotto di me mugugnava e inarcava tutto il corpo dall’eccitazione e mi urlava di continuare “piccolo stronzo”, continuai e continuai abbandonandomi completamente alla mia natura primitiva. Senza pensare e riflettere ma solo percependo quel piacere immenso che mi pervadeva, quando lei venne le contrazioni che diede fecero partire delle scariche che sollecitarono il mio pene e mi portarono all’orgasmo, urlai letteralmente dal piacere. Mi abbandonai poi a fianco di lei completamente devastato, lei mi si accoccolò addosso e mi disse:

- Sei una belva quando ti ecciti piccolo stronzetto-

E chiuse gli occhi, io presi la sveglia e la puntai per le nove, concedendoci un’ora e mezza di riposo. La baciai sulle labbra e mi assopii.

Arrivai a scuola alle nove e trentacinque, dopo essermi sorbito un discorso da Cecilia su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato in ciò che avevamo fatto, le dissi di non preoccuparsi e dopo un bacio veloce la salutai. Mostrai il permesso di entrata firmato da Cecilia e leggendo la nota di mia madre sul permesso di delega il preside mi riammise alle lezioni. Entrai in classe e mi sedetti al mio posto accanto a Lorenzo, sorbendomi una pallosissima lezione di psicologia, pensando e ripensando alla mia prima scopata con una donna. Lorenzo si accorse del mio umore ballerino e mi scrisse un bigliettino, presi quindi un foglio dal block notes e gli raccontai tutto, alla fine del racconto era eccitato, glielo chiesi e mi rispose schiettamente con un: “Mi piacerebbe essere stato lei…”. Lo guardai strano e per la primissima volta mi fecero schifo i gay.

Suonata la ricreazione andai alla ricerca di Giulio per vederlo e cercare di calmarmi un po’ e soprattutto per raccontargli la mia avventura, avevamo deciso di essere sinceri l’uno con l’altro e quindi gli volevo raccontare della mia avventura sessuale mattutina. Non lo trovai da nessuna parte, girai tutto il liceo. Pensai all’aula di informatica come ultima risorsa e quando entrai trovai Giulio avvinghiato a Luce, una ragazza del terzo anno come me. Lui appena mi vide spalancò gli occhi e mollò Luce, io nel frattempo ero corso fuori. Mi rincorse e si inventò una miniera di bugie, una sull’altra. Venni a sapere poi da Maicol che Giulio e Luce avevano una storia e si vedevano già da un bel po’. Ero talmente incazzato che per le ultime due ore di lezione sbraitai contro entrambi i professori che avevano osato rivolgermi una domanda. Il pomeriggio lo passai con Simone, che cercava in ogni modo di distrarmi, facendomi ricordare le mie imprese mattutine con Cecilia, ma il racconto si esaurì in poco tempo e mi ritrovai di nuovo a vagare nel mio palazzo dei ricordi. Simone propose quindi un giro per la città, accettai solo per trovare un modo di svagarmi, andammo in un bar e ordinammo entrambi un Sex On The Beach, sperando che l’alcol potesse spazzare via tutto. Giunti ormai al quarto cocktail entrò nel bar un gruppetto di ragazze, tra le quali proprio lei, Luce! Una rabbia accecante mi invase e non capii più nulla, mi diressi da lei e preso da un impeto incontrollabile la sollevai, me la caricai in braccio e la baciai con una passione estrema facendole sentire tutto quello che di me riuscivo a farle sentire. Una volta staccati, mi scusai e tornai da Simone che mi guardava con un’espressione shockata, sorrisi alla cameriera e mi feci fare un cappuccino per riprendermi un po’. Non osai guardare al tavolo di Luce, ma osservai le facce che Simone faceva guardandolo, all’improvviso mi guardo con urgenza e sentii una mano posarsi sopra la mi spalla, mi voltai e Luce mi si sedette in grembo nuovamente e riavvicinando le sue labbra alle mie cominciò a baciarmi, sentii la sua lingua cercare la mia e dolcemente accarezzarla, ricambiai poi il bacio prendendole la mano e accarezzandola dolcemente. Ci alzammo e lascia i soldi a Simone, camminando e parlando ci spiegammo. Venni a sapere che Giulio l’aveva lasciata proprio oggi dopo la ricreazione senza spiegazioni, io le rivelai tutto e lei capì, arrabbiandosi tantissimo con lui. Dopo qualche ora di spiegazioni e chiarimenti mi resi conto di essermi innamorato di lei, glielo confessai e lei mi rispose che anche lei sentiva qualcosa ma che per ora doveva ancora digerire Giulio, con il tempo lei tornerà, io devo solo aspettare. Ci salutammo con un bacio molto tenero sulle labbra e decidemmo di vederci prima di scuola il giorno dopo, anche per cercare di dare vita a una qualche sorta di amicizia o di relazione. Accesi il cellulare per memorizzare il numero e una miriade di messaggi da parte di Giulio mi invase la memoria, premetti il pulsante rosso per far sparire tutto e mi feci dettare il numero. Dopo che lei se ne andò mi riavviai verso casa e scrissi un messaggio a Giulio, che qui riporto: “Senti bastardo, non me ne frega niente di quello che hai da dirmi anzi per me puoi anche startene ad affogare nel tuo mare di scuse e di bugie, sei una delusione, la più grande...”. Tornai a casa e dopo una bella doccia mi misi a letto, sentivo una sorta di eccitazione e il mio amico si alzò dal sua stato di dormiveglia. Mi feci quindi una sega prima di andare a letto e venni nel cestino, come per buttare al vento quel piacere che mi aveva portato anche Giulio.

Torno dal mondo dei ricordo e mi scontro con lo sguardo preoccupato di Dennis e degli altri, mi alzo e prendo Dennis per un braccio e lo trascino alla moto, salutando tutti da lontano. Dennis non è infastidito anzi sorride, ho deciso di portarlo da Lorenzo per presentarglielo e per “usare” un po’ il mio caro amico in modo da vedere la reazione di Dennis.

Arriviamo dieci minuti dopo la nostra partenza, qualcosa non quadra, tutte le luci sono spente. Vado al campanello e suono, dopo una lunga attesa Lorenzo mi risponde:

-Chi è?-

-Sono Cesare, ti ho portato Dennis…-

-Ah Ok! Entrate!-

Entriamo dal cancello e poi nella casa, saluto Luna e trovo Lorenzo in salotto che guarda un film con Simone, che ha la maglietta messa al contrario, indico a Dennis il cane e quindi con un gesto indico la maglietta storta. Lorenzo si para davanti a Dennis e si presenta molto pomposamente e nel frattempo Simone si mette apposto. Presento quindi anche Simone e Dennis ammicca dicendo:

-Messa apposto la maglietta?-

Merda! Se ne era accorto! Ride e chiede ai due se sono fidanzati, loro rispondono con un “sì” timido, timido. Poi dice che a lui sta bene, ma che lui è etero quindi di non farsi strane idee. Loro acconsentono come i bambini delle elementari e ci sediamo tutti a guardare il film, lui ride e dice che poteva essere una serata a coppie mi fa sedere e mi si accoccola addosso dicendo:

-Tanto so che tu sei etero, quindi… non corro rischi…-

Io rido e lui si mette a guardare il film, lo stringo in un abbraccio e lui mi accarezza il braccio. Lancio uno sguardo a Simone che sorride e dopo un bacio a Lorenzo si concentra anche lui sullo schermo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Io ero intontito pensando a quanta esperienza potesse avere in campo sessuale un’universitaria e mi resi conto che doveva essere molta." ahahahahah allora anche io dovrei avere molta esperienza?? Ahahhahaha