lunedì 9 febbraio 2009

Tutto In Famiglia

Cesare:

Sto appisolato sul divano cercando di ignorare la voce di Giulio che torna dai meandri della memoria, un Giulio implorante, distrutto. Dennis è venuto a conoscenza della verità e ora mi sta abbracciando per consolarmi. È teso e nervoso, non credo gli vada bene, ma cerca di non farlo vedere. Una lacrima solitaria scende e mi percorre lo zigomo, passa per la guancia e arriva al mento, la asciugo e dopo poco mi addormento, così, nel buio del mondo, senza di lui. Il risveglio è brusco, come se qualcuno mi avesse buttato addosso un sacco di piombo che mi schiaccia il petto e non mi fa respirare. Apro un occhio e scorgo Dennis che smanetta con il mio computer. Sul divano accanto alla porta è seduto Simone che sonnecchia beatamente. Lorenzo spunta dalla porta con un vassoio stracolmo di cibo.

-Allora lo svegliamo?- chiede Lorenzo.

Simone si sveglia e Dennis si volta, annuiscono entrambi e si avvicinano al letto, apro gli occhi e vedo nei loro compassione.

-Se non vi togliete quell’espressione dalla faccia ve la spacco!- dico con un sorriso.

Anche loro sorridono e con calma s’infilano nel letto insieme a me, Simone mi si mette sopra ed io mi riaddormento con il tocco virile di tre ragazzi accanto a me.

-Vi voglio bene, idioti-.

*

I giorni appena passati sono stati un disastro, Dennis è tornato a casa ed io ho passato il Natale da solo a casa, l’unica nota di colore è stata una visita breve di Luce che mi ha tirato un po’ su il morale. Per la serata di capodanno è prevista una mega-festa in un padiglione poco distante dalla città ed io, ovviamente, devo andarci, anche solo per uscire da casa. Sono le sette e con le ultime briciole di buona volontà mi alzo dal letto, il piumone scivola sul tessuto del pigiama e mi accarezza delicatamente l’addome e le cosce, rimango imbambolato senza pensare a niente di concreto, in piedi accanto al letto, mi riscuoto e afferro le casse dell’iPod, le porto in bagno e le collego alla presa di corrente con calma e in tutta tranquillità. Mi chiedo poi, stupidamente, per quale ragione la musica non inizia e, in un lampo di lucidità, mi accorgo che manca qualcosa... ma cosa? Manca l’iPod! Torno nella mia stanza e lo cerco, è sepolto sotto una marea di sacchetti di patatine vuoti, lo accendo e torno in bagno, lo inserisco nel dock connettore e la musica si diffonde dai piccoli ma potenti speaker, torno di nuovo in camera e prendo un paio di boxer rossi con la scritta “Merry Christmas and Happy New Year”, il mio accappatoio, lo shampoo, bagnoschiuma e deodorante. In bagno chiudo la porta e alzo il riscaldamento. Sbottono i due bottoncini che chiudono la maglia del pigiama, faccio scivolare le maniche sopra gli avambracci e poi sopra i bicipiti gonfi, con un movimento rapido sfilo la maglia. Rimango a petto nudo e mi osservo allo specchio, i capelli arruffati della mia tonalità cioccolato con riflessi mou o, come mi hanno detto, con intarsi dorati. I miei occhi mi stupiscono sempre con quella loro sfumatura tra il verde intenso e il blu profondo, zigomi alti, labbra carnose e naso a punta completano il quadro. Sposto il mio sguardo dal pomo d’Adamo ai muscoli possenti delle spalle che confluiscono nel collo; i bicipiti sono gonfi con una vena che li solca e ne disegna il profilo ricurvo; i pettorali si sono ingrossati molto, non esageratamente ma sono ben definiti. Passo con desiderio alla mia parte preferita, i miei addominali fantastici e la potenza che esprimono, amo fare addominali. Il bordo dei boxer che spunta dai pantaloni del pigiama mi accende, ma non posso buttar via tutta quest’eccitazione, la terrò per più tardi alla festa, con Luce o con qualcun altro. Tolgo anche i pantaloni e poi i boxer, il mio spirito d’osservazione mi fa subito notare un’anomalia nelle parti basse, il glande scoperto per metà, rimetto la pelle al suo posto e gli do una carezza. M’infilo in doccia e accendo il getto e la cromoterapia, dopo poco mi ritrovo a canticchiare “Give It To Me” di Nelly Furtado e a massaggiarmi il corpo, toccandomi ogni muscolo e nervo teso. Apro il bagnoschiuma e me lo lancio, letteralmente, addosso. Tantissime bolle, sembro un pupazzo di schiuma, solo che il naso a carota spunta in un altro posto e non assomiglia a una carota. Mi risciacquo e lavo i capelli esco dalla doccia gocciolante e lascio accese solo le luci della cromoterapia. Mi rilasso e nel frattempo mi asciugo. Prendo i boxer e li indosso, sistemando l’angolazione e la posizione del mio ancora tosto e pronto, in modo che strusci dandomi quel senso di piacere lieve. Mi rado e metto apposto i capelli, li piastro sul davanti e li sparo in aria dietro. Torno in camera e scelgo i vestiti, prendo una camicia Dolce & Gabbana e la abbino con un maglioncino bianco di Cavalli, un paio di jeans bianchi con cinturone D&G, il tutto coordinato con le mie favolose Bikkembergs nere. Spruzzo un po’ del mio profumo, Dolce & Gabbana Light Blue, sul collo e sulla frangia. Mi guardo allo specchio, un vero figo (che modestia) come sempre. Afferro le chiavi e controllo di avere il cellulare, quando... Din Don! Vado ad aprire la porta, e chi mi trovo davanti? I miei genitori! Che dovevano essere a Cortina per il capodanno!

-Ciao figliolo, siamo tornati perché la tormenta di neve non finiva e non potevamo proseguire e guarda chi abbiamo portato!-

Mio padre m’indica alle sue spalle e scorgo mia zia Antonella, che non vedevo da Pasqua o giù di lì, assieme ai suoi figlioletti, Corinna e Matteo. I miei cuginetti, di dodici e quindici anni, adesso che ci penso non li vedo da, ehm, da, non ricordo. Molto tempo comunque. E così mi ritrovo bloccato in casa, una serata in famiglia. Grandioso, già passo un buon periodo, così rischio il suicidio!

*

Ed eccomi qua, seduto al tavolo di un hotel gremito di gente, mangiando e facendo finta di interessarmi al discorso di cui gli altri stanno discutendo, ignorando le occhiate che mi arrivano dai miei cugini. Per loro deve essere normale il mio essere taciturno, dopotutto è solo da poco che parlo a manetta. La cena, grazie a Dio, finisce e i vecchi decidono di festeggiare l’arrivo del nuovo anno a casa nostra. Arriviamo a casa e i miei preparano la stanza degli ospiti per la zia e mia cugina, mentre il cuginetto dormirà nella brandina posta nella mia stanza. Nessuno ha voglia aspettare la mezzanotte, sono le dieci e un quarto circa. Io quindi m dirigo nella mia stanza seguito a ruota dal cuginetto. Gli presto un pigiama da indossare e lui mi ringrazia con un vocino acuto acuto. Senza tante remore mi spoglio e m’infilo il pigiama, lui mi osserva un po’ imbarazzato quindi faccio finta di cercare sulla libreria qualcosa, e di fatto qualcosa trovo: un mazzo di carte. Mi volto e lui è già cambiato, gli propongo quindi una partita a qualche gioco, così per passare il tempo e per conoscerlo meglio. Lui propone una partitina a poker, io accetto benché non sia un granché capace in quel gioco. Ci mettiamo entrambi sul mio letto a gambe incrociate, io mescolo le carte mentre lui si guarda intorno, finito di mescolare distribuisco le carte blu come se fossero le nostre fiches e poi cinque carte a testa. Guardo le mie carte, non male: un tris di K, un J di cuori e un dieci di fiori. Dopo le dovute procedure cambio le mie due carte, un altro K si mostra. Punto molte carte-fiches e anche Matteo fa lo stesso. Mostro il mio poker di K e lui un full. Ho vinto! La mia loquacità abituale ricomincia a manifestarsi dopo questa vittoria. Continuiamo a giocare ed io continuo a perdere, a differenza della prima partita. Dopo una quindicina di partite devo fare un debito verso di lui per giocare, ma al turno dopo perdo di nuovo. Non ho più niente da giocarmi! Salvo che…

-Come pagamento offro i miei boxer!- gli dico.

Lui si mette a ridere ma accetta, cominciamo la partita, ma di nuovo perdo. Non ho altra scelta, via i calzoni del pigiama e in attimo, whoom, via anche i boxer. I suoi occhi si fissano sul mio pene a riposo, ma continua a giocare; dopotutto i miei boxer valgono pur qualcosa no? Ma io continuo a perdere! Adesso non ho più niente da giocare, ma lui mi sorprende e mi dice di accettare anche la mia maglia del pigiama. Quindi metto in gioco quella dopo essermela tolta ed aver alzato il termostato per non ibernare. Noto che osserva i miei addominale e segue le vene delle braccia, che sia interessato a quello che vede? Dopo aver giocato anche i calzini, mi trovo nudo e con un debito da pagare. Mi do una stiracchiata e gonfio i muscoli. Sembra proprio che io abbia perso! Disgrazia divina, Cesare perdere, mai e poi mai! Eppure è accaduto. Quando…

-Se ti fai una sega davanti a me ti do cinquanta carte…- mi dice il cugino ammiccando.

Ci penso su un po’ e rispondo che me la sarei fatta a patto che se la facesse anche lui, lui accetta e si alza per andare dall’altro lato della stanza e lo vedo segarsi alla grande.

-Ma che fai laggiù? Vieni qua!- gli dico.

Lui si avvicina e glielo vedo e un affarino di come non ne vedeva da quando avevo, appunto, quindici anni. Lui rimane di sasso a vedere la mia erezione che supera la sua di molto, a un certo punto noto che i suoi occhi sono di un turchese abbagliante. Cominciamo la nostra sega, io chiudo gli occhi, quando sento una mano che tocca la mia. Apro gli occhi e lui mi spinge sul letto togliendosi i vestiti, mi si avvicina ed io vedo il suo fisico molto ben delineato, e due gambette da giocatore di calcio. Mi piomba addosso e con esitazione mi sfiora le labbra con le sue come per testare come sia, poi però, dopo aver costatato che non è così male, ci si fionda sopra e continua a baciarle. Sono i bacetti che si danno in testa ai gatti o ai neonati, faccio uscire quindi la mia lingua e lui si allontana di scatto.

-Ma che fai?- mi chiede scandalizzato. –Vuoi leccarmi come un cagnolino?-

Scoppio a ridere, e gli spiego la dinamica del bacio con la lingua. Lui è ancora scettico al riguardo ma vuole provare, quindi mi si avvicina, mi piace questo tipetto intraprendente! Cominciamo quindi a limonare e nel frattempo lui mi abbraccia tutto, io con una mano afferro il suo pene e lo sego, è estasiato. Viene con molti schizzi sul mio addome e poi si scusa, dicendo che era una cosa che non riusciva a controllare e che succedeva dopo che giocava troppo con il suo uccello. Incredibile! Questo ragazzino non sa niente sul sesso, gli spiego allora anche questa cosa. Lui è sconvolto e si riveste, anch’io riprendo i miei vestiti, ma vedo che mancano i boxer. Lui allora si abbassa i calzoni del pigiama e vedo che li sta indossando lui.

-Ehi, Cesare, ricordati che questi li ho vinti!-

Ne prendo quindi un altro paio dal cassettone e me li infilo. Mi dirigo poi nel mio letto e lui mi segue e dopo avermi abbracciato, appoggia la sua testa sul mio petto e infila una mano sotto la mia maglia per accarezzarmi gli addominali. Gli chiedo allora se sia omosessuale.

-Sì, lo sono, e tu mi piaci un casino Cug! M’insegnerai altre cose sul sesso, vero? Sto veramente bene abbracciato a te, e i tuoi addominali sono fantastici!- mi risponde tutto emozionato. Lo bacio sulle labbra e gli rispondo:

-Dormi adesso, anno nuovo vita nuova, cuginetto.-

E in quel momento il campanile suonò un rintocco. Ecco l’anno nuovo!

il mattino mi svegliai ed eccolo li, con i suoi capelli ramati che mi osservava estasiato. Gli sorrido e lui mi bacia, dal rumore che sento in cucina, direi che gli altri si son già svegliati. Mi accorgo poi di una presenza anomala nella mia stanza, è Corinna, seduta sul divanetto accanto alla porta che ci osserva. In quel momento mi prende il panico e Matteo notato il mio stress, si volta e vede la sorella, si volta verso di me e mi sorride dicendomi che sua sorella sapeva tutto di lui. E di non preoccuparmi, dopo aver ricevuto rassicurazioni anche da Corinna, mi tranquillizzo e anche lei si mette nel mio letto e mi abbraccia, appoggiando la testa accanto a quella del fratello che le dice:

-Guarda che il cugino figo è solo mio! Che non ti vengano strane idee!-.

Chiudo gli occhi e dopo aver chiesto se avevano chiuso la porta, mi riaddormento, non ancora del tutto riposato e carico per quella giornata tutta in famiglia.